Alla Fondazione Giglio di Cefalù, in provincia di Palermo, è stato recentemente raggiunto un traguardo significativo nella lotta all’obesità: i primi 50 interventi di chirurgia robotica bariatrica sono stati completati con successo. Questo innovativo programma si inserisce in un contesto medico sempre più orientato all’integrazione tra tecnologia avanzata e approccio terapeutico personalizzato, rappresentando un importante passo avanti nella gestione dell’obesità grave.
Alla guida del progetto vi è la dottoressa Silvana Leanza, chirurgo specializzato, che ha sviluppato il programma insieme al proctor di chirurgia robotica avanzata Massimo Giuseppe Viola. Il modello adottato è basato su un approccio multidisciplinare che coinvolge figure professionali diverse, con l’obiettivo di accompagnare il paziente lungo tutto il percorso di cura: dalla fase preparatoria all’intervento, fino al follow-up post-operatorio. Questo tipo di assistenza globale consente non solo una maggiore efficacia clinica, ma anche un miglioramento dell’esperienza del paziente e dei risultati a lungo termine.
Tra i professionisti che collaborano al programma figurano l’endocrinologo Stefania Marchisotta, la nutrizionista Melania Blasco e la psicologa Maria Di Pasquale. Il loro contributo è essenziale per affrontare le molteplici sfaccettature dell’obesità, che non è soltanto una condizione fisica, ma coinvolge anche aspetti metabolici, nutrizionali e psicologici. In particolare, il sostegno psicologico si rivela fondamentale per aiutare i pazienti a gestire lo stress emotivo legato al cambiamento radicale del proprio corpo e alla necessità di adottare uno stile di vita più sano e sostenibile.
I risultati ottenuti sono estremamente promettenti. I pazienti sottoposti agli interventi robotici hanno mostrato una perdita di peso significativa, con una media di 30-40 chilogrammi nei primi sei mesi dopo l’operazione. Oltre alla riduzione del peso corporeo, la chirurgia ha avuto un impatto positivo anche su alcune patologie correlate all’obesità. Ad esempio, il 70% dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 ha potuto ridurre drasticamente o sospendere del tutto la terapia farmacologica, grazie agli effetti del trattamento chirurgico sul metabolismo.
L’introduzione della chirurgia robotica ha migliorato sensibilmente diversi aspetti tecnici degli interventi: i tempi operatori si sono ridotti, l’efficacia complessiva è aumentata e il recupero post-operatorio è risultato più rapido e con minori complicanze. Questo tipo di chirurgia, infatti, consente una maggiore precisione, un controllo migliore del campo operatorio e una minore invasività, tutti fattori che contribuiscono a migliorare la sicurezza e l’efficacia del trattamento.
Il presidente della Fondazione Giglio, Victor Mario Di Maria, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti e ha voluto ringraziare tutto il personale coinvolto – dai medici agli infermieri, fino ai tecnici – per l’impegno e la professionalità dimostrati. Di Maria ha inoltre sottolineato l’importanza della visione strategica dell’ente, impegnato a investire costantemente in tecnologie d’avanguardia e nella formazione di competenze altamente specializzate.
Grazie ai traguardi ottenuti nel 2024, l’unità di chirurgia bariatrica della Fondazione Giglio è stata riconosciuta ufficialmente dalla Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità come centro affiliato, un riconoscimento che certifica l’elevata qualità dell’attività svolta e che apre la strada a ulteriori sviluppi nel trattamento dell’obesità attraverso la robotica chirurgica. Questo risultato non rappresenta solo un successo locale, ma un modello virtuoso per l’intero sistema sanitario italiano.